Omicidio Lucrezia: Giovanna Zizzo scrive una lettera per l’assassino

Omicidio Lucrezia: Giovanna Zizzo scrive una lettera per l’assassino

Omicidio Lucrezia: Giovanna Zizzo scrive una lettera per l’assassino.

Non si dà pace Giovanna, mamma di Laura Russo uccisa dal padre, per quell’omicidio avvenuto nello stesso paese della figlia: San Giovanni La Punta.

Non si dà pace, perché l’assassino conosceva i suoi figli. Anche la piccola Laura.

L’omicidio di Lucrezia Di Prima, uccisa dal fratello Giovanni, ha lasciato tutti sgomenti. Ma soprattutto la famiglia Zizzo. E per prima mamma Giovanna appunto.

Ed ecco che Giovanna, tra le lacrime, ha deciso di scrivere una lettera indirizzata proprio a Giovanni.

A quel ragazzino che conosceva da anni, che ha riaperto le sue ferite.

Lucrezia: la storia della ragazza di S. Giovanni La Punta uccisa dal fratello

Una lettera, pubblicata sui social, che Giovanna ha inviato anche a LaEsseNews.

La riportiamo per intero:

«Ciao Giovanni, sono la mamma di Lauretta, Marika e Lele, sono Giovanna. Da sabato il dolore per la morte di mia figlia è aumentato per quello che hai fatto tu a tua sorella. Mi sento come se avessi fallito nella mia missione, sono demoralizzata. Ieri pomeriggio per la prima volta ho visto la tua foto in tv accanto a quella di Lucrezia. Stanotte non sono riuscita a dormire, mi sono tormentata, chiedendomi “come hai fatto?”

Tu eri amico dei miei figli, hai frequentato casa nostra, avete condiviso tanti momenti insieme.

Con Lele un paio d’anni di scuola superiore, con Marika e Laura le prime uscite. Eravate una piccola comitiva: i pomeriggi al parco, o nella piazzetta vicino casa, il panino da Piero, le feste di compleanno. Ho portato le mie bambine a casa tua ad Aci Bonaccorsi. Ci sono foto e video fatti insieme. Il video dell’ultima festa di compleanno di Lauretta: ti ricordi? Le abbiamo organizzato la festa a sorpresa per i suoi 11 anni. Vi siete divertiti tanto insieme, tu eri un po’ il jolly del gruppo. Laura si divertiva con te, lei ti chiamava Talebano, non so il perché.

Omicidio Lucrezia: Giovanna Zizzo scrive una lettera per l’assassino

Poi l’orrore della morte di Lauretta. Ti ho visto piangere, ti ho incontrato davanti la sua lapide, ci siamo abbracciati. Mi hai anche ascoltato a scuola mentre portavo la voce di Lalla. Eri sincero, eri addolorato.

Quando sabato mi è arrivata la richiesta di aiuto per cercare la ragazza che era scomparsa il venerdì, ho subito condiviso il post sulla mia pagina Facebook. Ma non sapevo e non immaginavo che fosse tua sorella. Poi nel pomeriggio è arrivata la notizia che avevano trovato il corpo e che ad uccidere Lucrezia era stato il fratello. Io non avevo ancora capito che fossi tu! Poi ho cominciato a cercare notizie e mi è arrivata la tua foto da un’amica.

E mi sono detta: “no, non può essere Giovanni”. Ho chiesto a Marika, che ha avuto la mia stessa reazione.

E allora mi sono fatta forza ed ho telefonato ad una nostra amica. Lei stravolta mi ha confermato che eri tu l’assassino di Lucrezia. Nella mia totale incredulità ho cominciato a chiedermi il perché.

Da sabato viviamo tutti un altro incubo. Siamo tutti scioccati.

Un’amica di Lauretta mi ha scritto sconvolta: “Giò ma com’è possibile? L’ho incontrato tempo fa e abbiamo parlato insieme di Lauretta. Come ha potuto a fare una cosa simile?”.

(Leggi anche le altre news della rubrica DONNE).

Tutti Giovanni ci chiediamo il perché.

Ma in realtà non so se esiste un motivo per tanta violenza.

Se eri tormentato da qualcosa, perché non hai chiesto aiuto? La tua famiglia, i tuoi amici: tutti ti avremmo aiutato.

Hai scelto la via della violenza. La via dalla quale non si può più tornare indietro.

Sai, avrei potuto capire (attenzione, però non giustificare perché non si giustifica chi toglie la vita altrui) se tu in un momento di animata discussione avessi colpito tua sorella e fossi corso a chiedere aiuto. Lì forse avrei cercato di comprendere, perché può capitare anche se non dovrebbe capitare. Ma da quello che raccontano in tv, tu hai preso questo coltellaccio da caccia (che sicuramente la tua mamma non teneva in cucina), hai colpito diverse volte Lucrezia, hai pulito tutto, hai rimesso il coltello al suo posto e poi hai avvolto il suo corpo. Ti sei fatto 10 km e l’hai abbandonata in mezzo al bosco.

Sei tornato a casa, ti sei fatto la doccia e hai incominciato a cercare tua sorella. Come se nulla fosse. Poi hai cenato e credo te ne sei anche andato a dormire.

Ecco, questo mi fa pensare che tu non sei Giovanni, l’amico dei miei figli!

Sei diventato un essere senza anima come tutti gli assassini.

Non esistono motivazioni che possano giustificare ciò che hai fatto. Hai scelto la via della violenza non pensando al grande dolore che hai provocato alla tua famiglia. Hai distrutto i sogni di una ragazza meravigliosa con tanta voglia di vivere, di costruirsi la sua di famiglia con Francesco.

Hai condannato tutti all’ergastolo del dolore e hai distrutto anche la tua di vita.

Tu però continuerai a respirare, a vivere, mentre quella meravigliosa creatura sarà rinchiusa in un buco con una lastra di marmo freddissima. Tu sarai aiutato perché sei giovane, sarai recuperato perché non c’è nulla di normale in ciò che hai fatto.

Lucrezia purtroppo, come tutte le donne e bambini massacrati, sarà dimenticata, anche lei sarà un numero su una lapide come tutti.

Spero tanto che abbia giustizia terrena. Mi auguro che tu abbia il coraggio di assumerti la responsabilità del tuo grave gesto e paghi come è giusto che sia.

Tu non sei più Giovanni (Talebano come ti chiamava Laura), tu sei l’assassino di Lucrezia, tua sorella.

Chissà cosa pensa la mia Lauretta del tuo gesto. Lei ti voleva bene e tu in qualche modo hai tradito anche lei.

Volevo comunque farti sapere che, anche se in questo momento mi sento demoralizzata e sconfitta, io continuerò la mia missione. Devo continuare a parlare ai giovani, agli uomini, alle donne, affinché possano allontanare la violenza dalle loro vite. Non è mai abbastanza e non ci si può fermare.

Sono testarda, che ci vuoi fare? La stessa testardaggine della mia Lauretta.

Dolci angeli perdonateci se questa società sempre più insensibile, egoista e violenta non è riuscita a salvare le vostre vite. LAURA VIVE IN ME».

Seguici anche su Facebook.