30 anni dalla strage di Capaci. LaEsseNews in trasferta da Palermo

30 anni dalla strage di Capaci. LaEsseNews in trasferta da Palermo

30 anni dalla strage di Capaci. LaEsseNews in trasferta da Palermo.

23 maggio 1992. Sono trascorsi 30 anni dall’omicidio di Giovanni Falcone, avvenuto per mano mafiosa. E il 19 luglio saranno 30 anni dal delitto di Paolo Borsellino.

Due giudici, due uomini indimenticabili, che, insieme a tante altre vittime di mafia, vogliamo ricordare in quello che chiameremo “viaggio della legalità”.

LaEsseNews oggi sta infatti percorrendo un viaggio nella nostra Sicilia.

Partiamo dalla nostra città, Catania.

Gli studenti del liceo artistico Emilio Greco, in collaborazione con l’ANM, hanno infatti realizzato la “Scalinata della Giustizia”. Una bellissima installazione artistica, ai piedi del Tribunale, che riproduce Giovanni Falcone e Paolo Borsellino vicini e sorridenti.

(Oltre a 30 anni dalla strage di Capaci. LaEsseNews in trasferta da Palermo, leggi anche gli altri EDITORIALI).

Ci troviamo adesso a Cinisi. Per ricordare Peppino Impastato e sua mamma Felicia Bartolotta dentro quella che era la loro casa e che dal 2005 è “Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato”.

Il giornalista Peppino Impastato è stato ucciso il 9 maggio del 1978. Felicia, già alla morte del figlio, ha aperto le porte di questa casa a quanti fossero interessati a conoscere gli aspetti corrotti della nostra società.

Ricordiamo infatti che la condanna del boss Gaetano Badalamenti, mandante dell’omicidio di Peppino Impastato, è arrivata ben 24 anni dopo l’assassinio. In quanto le forze dell’ordine avevano depistato le indagini.

Il desiderio di Felicia era quello di lasciare sempre aperte le porte di questa casa.

Casa Memoria oggi è dunque un avamposto della resistenza contro la mafia.

Adesso ci troviamo a Capaci dove esattamente 30 anni fa, la mafia ha fatto esplodere l’autostrada A29. Uccidendo il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato, e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.

Giovanni Falcone era appena atterrato all’aeroporto e stava percorrendo l’autostrada. Oggi, dopo 30 anni, il suo ricordo è più vivo che mai.

Siamo ora in via D’Amelio per ricordare Paolo Borsellino.

Il 19 luglio 1992, il giudice dopo aver pranzato a Villagrazia con la moglie e i figli, si era recato con la sua scorta in via D’Amelio, dove viveva la madre. Una macchina parcheggiata davanti casa è esplosa, uccidendo Paolo Borsellino e gli agenti della scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Cosina e Claudio Traina.

Concludiamo il nostro viaggio della legalità davanti il Tribunale di Palermo. Abbiamo scelto questo luogo in quanto simbolo di giustizia. Da qui sono passati tanti uomini che hanno creduto nella legalità e nel bene. Valori che esistono in noi anche dopo 30 anni. Valori che esisteranno sempre.

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