Terremoto all’Ars: arrestato l’ex deputato Nino D’Asero

Terremoto all’Ars: arrestato l’ex deputato Nino D’Asero.

I carabinieri di Catania hanno infatti arrestato 4 soggetti, per induzione indebita a dare o promettere utilità, peculato, corruzione per un atto contrario ai propri doveri d’ufficio e contraffazione e uso di pubblici sigilli

L’indagine prende le mosse da un esposto, redatto da diversi dipendenti dell’azienda a totale partecipazione pubblica “Società degli Interporti Siciliani S.p.a.”, circa le false attestazioni e dichiarazioni prodotte da una dipendente, Cristina SANGIORGI, in merito al possesso di un titolo di laurea.

(Leggi anche le altre news di CRONACA).

(Leggi anche le altre news di POLITICA).

Nino D’Asero:

Le attività investigative hanno inoltre disvelato le interferenze illecite che avrebbe esercitato Antonino D’ASERO, ex deputato regionale, su Rosario TORRISI RIGANO, amministratore unico della SIS, per il tramite di alcuni politici regionali, finalizzate dapprima alla revoca del licenziamento per giusta causa della Sangiorgi. Poi a garantirle una posizione lavorativa alla stessa gradita nell’ambito dell’azienda. E, infine, ad omettere l’avvio di doverose procedure disciplinari, con l’irrogazione delle relative eventuali sanzioni per il rifiuto di svolgere gli incarichi affidatile, così come per il rifiuto della donna di lavorare in smart-working durante la prima fase della pandemia da COVID -19.

I politici:

Gli esponenti regionali cui il D’ASERO si è rivolto al fine di intercedere in favore della donna sarebbero Marco FALCONE, attuale assessore all’economia e all’epoca dei fatti assessore delle infrastrutture e della mobilità. E ancora, Gaetano ARMAO, ex assessore all’economia e vicepresidente della Regione Sicilia. Nonché Giuseppe LI VOLTI, ex assistente parlamentare e coordinatore della segreteria particolare dell’assessore FALCONE. I quali avrebbero esercitato pressioni sull’amministratore unico della SIS, al fine di far revocare il licenziamento della dipendente.

Luigi Cozza:

L’attività investigativa ha inoltre fatto emergere un accordo corruttivo che sarebbe intercorso tra l’amministratore unico della “Società degli Interporti Siciliani S.p.a.”, Rosario TORRISI RIGANO, e Luigi COZZA, titolare della “LCT S.p.a.”, società operante nel settore dei trasporti titolare dell’affidamento in concessione della gestione funzionale, operativa ed economica oltreché della manutenzione ordinaria per nove anni del Polo Logistico dell’Interporto di Catania.

In particolare, TORRISI RIGANO avrebbe concesso l’area in questione alla “LCT S.p.a.” in uso gratuito per svariati mesi prima che venisse formalizzato il contratto, avvisando altresì il COZZA e altri manager e dipendenti della predetta società dei controlli che la medesima avrebbe potuto subire da parte dell’Ispettorato del Lavoro e dei vigili del fuoco e della necessità di ottenere le varie certificazioni essenziali per poter occupare gli spazi e i locali del Polo Logistico e stipulare il contratto di concessione.

TORRISI RIGANO, inoltre, avrebbe omesso o comunque ritardato l’invio di diffide ufficiali alla “LCT S.p.a.” concernenti la liberazione e sgombero o la regolarizzazione della documentazione prima della stipula del contratto di concessione. E avrebbe inoltre consentito alla predetta società di concludere un contratto con una terza società in violazione della concessione stessa.

In cambio di quanto fatto, il TORRISI RIGANO avrebbe ottenuto dal COZZA l’assunzione della propria nuora presso l’azienda LCT. Nonché accettato la promessa di ulteriori utilità al fine di ottenere vantaggi per l’azienda e mantenere la carica di amministratore unico.

Le investigazioni avrebbero, altresì, fatto emergere come, mediante bonifici effettuati dal conto intestato alla “Società degli Interporti Siciliani S.p.a.” in suo favore, il TORRISI RIGANO si sarebbe appropriato di € 2.850 di proprietà della società e di cui l’amministratore unico aveva la disponibilità in ragione del suo pubblico servizio.

Salvatore Luigi COZZA, Antonino D’ASERO, Cristina Debora SANGIORGI, Rosario TORRISI RIGANO sono adesso agli arresti domiciliari.