Omicidio aggravato: resti umani carbonizzati dentro auto. Ergastolo

Omicidio aggravato: resti umani carbonizzati dentro auto. Ergastolo

Omicidio aggravato: resti umani carbonizzati dentro auto. Ergastolo.

La squadra mobile e il commissariato di Adrano hanno infatti dato esecuzione all’ordine per la carcerazione, emesso in data 28.10.2021 dalla Procura generale della Repubblica presso la Corte d’appello di Catania, traendo in arresto i pregiudicati Vincenzino Scafidi e Nunzio Lo Cicero. Condannati, in via definitiva, alla pena dell’ergastolo. In quanto riconosciuti colpevoli, in concorso tra loro, dei reati di omicidio aggravato, detenzione e porto illegale di arma da fuoco. E ancora, distruzione di cadavere. In danno di Carmelo Arcoria.

La condanna accoglie gli esiti di attività di indagine avviate il 15 dicembre 2010. A seguito del rinvenimento, in località Adrano contrada Ponte Saraceni, di resti umani carbonizzati all’interno di un’autovettura totalmente distrutta dalle fiamme.

I resti erano appunto di Carmelo Arcoria.

Scomparso il giorno prima. La moglie, infatti, aveva indicato di non averlo più visto dal pomeriggio del giorno precedente.

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Carmelo Arcoria gestiva una cooperativa che si occupava della raccolta di agrumi. E dalle investigazioni è emerso che era coinvolto in un giro di false attestazioni di giornate lavorative dei braccianti agricoli. Dirette ad ottenere indebite indennità di disoccupazione.

Le investigazioni hanno inoltre evidenziato un credito di 5000 euro che la vittima vantava nei confronti di Vincenzino Scafidi. Con il quale intratteneva da lunga data rapporti di lavoro. E che il pomeriggio del 13 dicembre 2010 avrebbe dovuto incontrare per discutere della restituzione della somma.

Dall’analisi del traffico telefonico si accertava che, tra il 12 e il pomeriggio del 13 dicembre 2010, si erano tenuti ripetuti contatti telefonici trai due. Contraddicendo le dichiarazioni rese dal Scafidi agli inquirenti.

Inoltre, nel corso dell’attività tecnica posta in essere nei confronti di Scafidi, si registrava una conversazione nella quale il predetto si attribuiva, con particolari, la paternità del delitto. Consumato appunto con la complicità di Nunzio Lo Cicero. Anch’egli legato alla vittima da rapporti di affari.

Espletati gli adempimenti di rito i due arrestati, cosi come disposto dall’A.G., si trovano adesso presso la casa circondariale di Termini Imerese (PA).

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