Mafia ed estorsione. In manette 12 persone tra Catania, Messina ed Enna

Mafia ed estorsione: in manette 12 persone tra Catania, Enna e Messina

Mafia ed estorsione. In manette 12 persone tra Catania, Messina ed Enna.

La guardia di finanza di Caltanissetta ha infatti eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 12 persone. Indagate, in concorso e a vario titolo, di furto ed estorsione aggravata dal metodo mafioso.

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In particolare, due fratelli, attraverso dipendenti “fidelizzati”, avrebbero inciso nelle dinamiche aziendali a più livelli. Talvolta anche attraverso l’erogazione di direttive in contrasto con quelle dell’amministratore giudiziario. Arrivando alla presunta sottrazione di beni strumentali all’attività agricola per fini personali.

Inoltre, in danno delle stesse aziende, oltre ai ricorrenti furti, ci sarebbero state diverse forme di intimidazione nei confronti dei lavoratori assunti dall’amministrazione giudiziaria. Dunque una singolare forma di estorsione aggravata dal metodo mafioso, perché sarebbero stati indotti ad interrompere precocemente il rapporto di lavoro.

Catania:

I due fratelli, per non sovraesporsi, si sarebbero avvalsi dell’operato di soggetti a loro “vicini”. “Fiancheggiatori” di Enna, Catania e Messina. Per indurre così i dipendenti assunti dall’amministratore giudiziario ad abbandonare il posto di lavoro.

Tali minacce sarebbero avvenute con le classiche modalità proprie di chi esercita una capacità di intimidazione mafiosa. Tanto che le vittime non solo non hanno sporto denuncia, ma avrebbero altresì sottaciuto al datore di lavoro, l’amministratore giudiziario, le reali ragioni del repentino recesso dal rapporto di lavoro appena instaurato.

Nella sostanza, i due fratelli avrebbero così assicurato la presenza esclusiva di personale di comprovata fedeltà presso le imprese loro sequestrate. Che avrebbe garantito il costante controllo sul divenire delle diverse attività aziendali.

I due fratelli avrebbero organizzato anche l’evento “una cena a base di porchetta”. Evento che assumerebbe un alto valore simbolico: una dimostrazione di forza. 

Inoltre uno dei due fratelli, attraverso “l’intermediazione” di altri “fiancheggiatori”, avrebbe preteso, con modalità estorsive, la restituzione di un autocarro aziendale che un privato aveva legittimamente acquistato dall’amministrazione giudiziaria. 

Per 9 dei 12 arrestati sono così finiti in carcere. Gli altri 3 sono invece agli arresti domiciliari.

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