Genitori “vendono” figlia al padrino. Ragazzina costretta a rapporti sessuali

Genitori “vendono” figlia al padrino. Ragazzina costretta a rapporti sessuali

Genitori “vendono” figlia al padrino. Ragazzina costretta a rapporti sessuali.

I carabinieri del comando provinciale di Catania hanno infatti arrestato tre soggetti. In quanto ritenuti responsabili, a vario titolo, di concorso in riduzione in schiavitù, atti sessuali con minorenne, violenza sessuale. E ancora, sequestro di persona, cessione di sostanze stupefacenti, detenzione e porto abusivo di armi clandestine. Nonché ricettazione e minaccia a pubblico ufficiale. Tutti aggravati.

(Oltre a Genitori “vendono” figlia al padrino. Ragazzina costretta a rapporti sessuali, leggi anche le altre news di CRONACA).

L’indagine, coordinata dalla D.D.A. di Catania e condotta dai carabinieri di Caltagirone dal novembre scorso, ha consentito di accertare un gravissimo quadro indiziario nei confronti degli indagati.

Due coniugi e un uomo, ritenuti responsabili di spregevoli condotte nei confronti di una delle figlie minori dei citati genitori. Ragazzina di 14 anni al momento dell’inizio dei fatti contestati. Ottobre 2020.

In particolare, è emerso un contesto familiare degradato, nell’ambito del quale il padre e la madre della vittima, in ragione della situazione di grave indigenza economica e dimostrando un’assoluta incapacità genitoriale, avrebbero esercitato nei confronti della figlia poteri corrispondenti al diritto di proprietà. Inducendola con violenza e minaccia ad intrattenere una relazione anche sessuale con l’uomo sopra citato. Suo padrino di cresima. Al fine di ottenere da quest’ultimo cibo e denaro.

La giovanissima ragazza era così utilizzata quale vera e propria “merce di scambio”.

Era infatti costretta ad intrattenersi presso la abitazione del padrino anche nelle ore notturne. E a provvedere anche alla preparazione dei pasti e alle faccende domestiche.

In alcune circostanze, i genitori, avrebbero percosso la figlia, esortandola a “comportarsi bene”.

Il padrino della minore, pregiudicato per reati contro la persona e in materia di armi nonché affidato in prova ai servizi sociali per altra condanna, si sarebbe in un’occasione imposto fisicamente sulla ragazza. Costringendola a consumare un rapporto sessuale non consensuale. Mentre in un’altra occasione l’avrebbe costretta a rimanere chiusa in casa. Percuotendola, soltanto per essersi ribellata.

Inoltre, il padre della ragazza, gravato da numerosi e gravi precedenti penali anche per reati contro la persona, sarebbe stato contattato da un’assistente sociale per problemi di dispersione scolastica di un’altra figlia di dieci anni. (Tra l’altro anche lei oggetto di interesse sessuale da parte del compare).

Il padre avrebbe rivolto minacce di “fare danni” al predetto pubblico ufficiale al fine di costringerla a non disporre visite domiciliari.

Il padrino infine avrebbe ceduto vari quantitativi di marijuana ad un minore. Nonché detenuto armi clandestine.

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