Colpisce la compagna col ferro da stiro e la violenta ripetutamente

Colpisce la compagna col ferro da stiro e la violenta ripetutamente

Colpisce la compagna col ferro da stiro e la violenta ripetutamente.

I carabinieri della stazione di San Gregorio di Catania hanno infatti arrestato un 37enne di Valverde. Indagato appunto per maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale e rapina.

(Oltre a Colpisce la compagna col ferro da stiro e la violenta ripetutamente, leggi anche le altre news della rubrica DONNE).

Le indagini, coordinate dal pool di magistrati qualificati sui reati che riguardano la violenza di genere, in una fase procedimentale caratterizzata dalla non integrazione del contraddittorio delle parti, hanno fatto luce sulle condotte poste in essere dall’uomo. Il quale avrebbe dunque sottoposto la convivente 42enne ad ogni tipo di vessazione nel corso della loro relazione sentimentale. Durata circa 11 anni.

L’ennesimo episodio che ha indotto la donna a rivolgersi ai carabinieri è accaduto pochi giorni fa.

Quando, anche alla presenza del figlio minorenne della donna, il compagno le avrebbe sottratto il cellulare. E al suo tentativo di riappropriarsene l’avrebbe aggredita. Afferrandola per il collo con un braccio e percossa in testa con lo stesso telefono.

I colpi ricevuti le avrebbero provocato delle ferite sanguinanti al capo che la donna nell’immediatezza avrebbe tamponato con un asciugamano. Raccomandando nel contempo al figlio di scappare da casa.

Tuttavia la donna, in un momento di apparente calma, avrebbe ripreso il cellulare adagiato dall’uomo sul tavolo. Ma il compagno l’avrebbe nuovamente picchiata con calci e schiaffi. La vitta è però riuscita a raggiungere il figlio che l’aspettava nell’androne del palazzo.

Nella circostanza, madre e figlio, saliti a bordo dell’autovettura, avrebbero raggiunto il pronto soccorso dell’ospedale Cannizzaro. Dove i medici hanno diagnosticato nei confronti della donna “trauma contusivo mano destra e trauma cranico minore con corpo contundente con tre piccole jlc che vengono suturate”. Rilasciando una prognosi di 10 giorni.

Poco dopo, la donna si è recata in caserma per denunciare i fatti e quindi circostanziare ai militari i maltrattamenti e le percosse subite nel tempo. Mai denunciate prima per timore della reazione dell’uomo e delle possibili conseguenze anche per il figlio. Nato da un suo precedente legame affettivo.

Le violenze:

Ha quindi riferito ai militari delle infedeltà dell’uomo che, infastidito dalle domande sulle sue assenze, l’avrebbe spesso malmenata duramente. E, in un’occasione, anche minacciata di “scannarla come un maiale” con un grosso coltello da cucina.

Numerosi pertanto gli episodi di percosse ai danni della donna che l’uomo avrebbe posto in essere riversando su di lei le cause del loro tormentato rapporto. Nonché per distoglierne l’attenzione dalle proprie “relazioni libertine”, invero, però, l’avrebbe spesso sottoposta a violenze sessuali complete.

In un’occasione l’uomo, infastidito dal rientro in casa del figlio della donna, sarebbe andato in escandescenza schiacciando sotto i piedi il cellulare della compagna. Danneggiando anche mobili ed elettrodomestici. Lanciandole addosso un ferro da stiro e prendendola anche questa volta a schiaffi e pugni. Salvo poi, soltanto poco dopo, obbligarla ad un rapporto sessuale non consenziente.

Il semplice acquisto di una maggiore quantità di pasta che la donna avrebbe acquistato avrebbe acceso inoltre la sua ira. Gettando così sul pavimento la spesa (pasta, zucchero, sale ed olio) e pretendendo perciò che essa vi rimanesse per tre giorni a futuro monito.

Ma il comportamento irascibile e violento dell’uomo, che sarebbe stato riconosciuto come tale dai suoi stessi stretti congiunti dichiaratisi per tal motivo impotenti, si sarebbe ancora maggiormente inasprito. Tanto che nello scorso mese di novembre, alle rimostranze della donna che ne avrebbe scoperto l’ennesima infedeltà, quest’ultimo l’avrebbe costretta a subire almeno 5 rapporti sessuali con la forza e sotto minaccia di morte. Intimandole di stare zitta e di assolvere ai suoi “doveri” finché avrebbe abitato in quella casa.

L’uomo si trova adesso al carcere catanese di Piazza Lanza.

(Immagine di repertorio – pagina Facebook Ospedale Cannizzaro).

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